14 Aprile 2019 Il Sole 24 Ore domenica
Tra passato e futuro. Le più innovative e maestose nascono in Cina, ma in Europa abbiamo le più affascinanti e stratificate, che hanno saputo diventare multimediali.
Nessuno ha mai osato immaginare l’estinzione delle biblioteche. Profeti di sventura per i libri invece ce ne sono stati tanti. A oggi smentiti, in verità: gli e-book non hanno avuto l’exploit ipotizzato a più riprese a partire dal lontano 2000. Forse allora i destini di biblioteche e libri sono legati: la rivoluzione digitale ha cambiato entrambi gli universi, ma nessuno dei due imploderà. Non verranno inghiottiti da alcun buco nero (quello appena fotografato dista 55 milioni di anni luce dalla Terra). Resteranno invece sempre in superficie, proprio come il suggestivo “orizzonte degli eventi” immaginato dagli astronomi osservando (con la mente) i buchi neri. Digitalizzazione «controllata» Da decenni ormai le biblioteche, specie quelle costruite a partire dal 1900, ospitano, accanto a volumi di carta, ogni sorta di testimonianza di attività culturale dell’uomo, con supporti, come per gli audiovisivi, che sono elettronici da ben prima della diffusione di internet. Le sale lettura si sono arricchite di postazioni multimediali e i libri più delicati sono stati digitalizzati. Ma c’è un problema: il progresso tecnologico non dà tregua e tra legge di Moore e obsolescenza programmata un processo di digitalizzazione dà garanzie di medio-lungo termine assai inferiori a un foglio di carta o di pergamena ben conservati. Una sfida, per bibliotecari e tecnici informatici, da affrontare programmando con molta attenzione una periodica revisione di supporti e lettori. Modello che non invecchia Le biblioteche non sono una specie in estinzione. La selezione naturale di Darwin vale anche per loro: sono cambiate per sopravvivere, si sono adattate quanto basta senza perdere di vista la loro missione. Conservare il sapere e condividerlo e tramandarlo. Sopravvive benissimo anche la funzione di oasi di tranquillità: le biblioteche universitarie, tra le più digitalizzate, continuano a essere il luogo preferito per studiare. E magari, ogni tanto, per fare amicizie o incontrare l’anima gemella. L’esempio della Cina Per convincersi della resilienza dell’invenzione della biblioteca, basta guardare a cosa sta facendo la Cina. «Con tutti i discorsi sul declino delle biblioteche in Europa e negli Stati Uniti, dove il tasso di alfabetizzazione sfiora il 100% della popolazione, si è tentati di dimenticare il resto del mondo – scrivono James Campbell e Will Pryce nel bellissimo volume pubblicato da Einaudi La biblioteca. Una storia mondiale –. Nei Paesi in rapido sviluppo il numero delle biblioteche è in crescita. La realizzazione di una biblioteca nazionale in grado di competere con quelle dei Paesi ricchi è considerata un simbolo di orgoglio nazionale e il segno che una nazione ha raggiunto la propria maturità economica». Non contenti della Biblioteca nazionale della Repubblica cinese aperta a Pechino nel 2008 – costruita accanto a quella, già imponente, completata nel 1987 – nel 2018 a Tianjin, a circa 100 chilometri da Pechino, è stata aperta una nuova biblioteca pubblica. L’edificio contiene 1,2 milioni di libri e ha una superficie di quasi 34mila metri quadrati, con un’architettura molto particolare. Al centro c’è un auditorium sferico, le pareti hanno una forma sinuosa e una struttura a gradoni con tripla funzione: delimitano gli spazi, sono le mensole su cui si trovano i libri e i ballatoi per muoversi da un piano all’altro e lungo i piani. Vista da fuori, la biblioteca ricorda la forma di un occhio… (segue)