ACCORDO DI COLLABORAZIONE TRA L’ICEPS E LA MUNICIPALITA’ DI SHENZHEN.

Il 18 settembre a Roma, presso l’auditorium dell’Università San Domenico si è tenuto un evento di particolare rilievo per le aziende italiane interessate a sviluppare rapporti
commerciali ed economici con la Cina. L’iniziativa promossa e organizzata dall’Iceps e dalla Municipalità di Shenzhen in collaborazione con Confcommercio Roma,, IMIT, Simest, invest Hong Kong, ha segnato la prima visita ufficiale in Italia di una delegazione imprenditoriale proveniente da Shenzhen, la città simbolo dell’innovazione tecnologica cinese e uno dei principali hub economici asiatici.

Shenzhen, con i suoi oltre 20 milioni di abitanti, è un vero e proprio motore economico. Situata nella Greater Bay Area, che include anche Hong Kong, Guangzhou e altre
otto città del sud della Cina, ha un PIL comparabile a quello di nazioni come Spagna e Australia, rappresentando una delle aree più produttive e dinamiche del mondo.

L’evento romano ha rappresentato un’occasione senza precedenti per le aziende italiane, che hanno avuto l’opportunità di incontrare direttamente i rappresentanti dei
principali cluster economici di Shenzhen e della Greater Bay Area.
Lo scopo dell’incontro è stato quello di avviare nuove forme di cooperazione commerciale e tecnologica tra i due paesi, sfruttando le potenzialità del Made in Italy e la forza economica e finanziaria della città cinese.

https://iceps.it/accordo-tra-liceps-e-la-municipalita-di-shenzhen/

 

Piattaforma Italiana degli attori per l’Economia Circolare

https://www.icesp.it/

ICESP nasce per far convergere iniziative, condividere esperienze, evidenziare criticità ed indicare prospettive al fine di rappresentare in
Europa le specificità italiane in tema di economia circolare e di promuovere l’economia circolare in Italia attraverso specifiche azioni
dedicate.

ICESP è promosso da ENEA come iniziativa speculare e integrata a ECESP, Piattaforma Europea per l’Economia Circolare, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza dell’economia circolare, mappare le buone pratiche di economia circolare e favorire il dialogo multistakeholder.

circular economy forum

ICESP al Re-think Circular Economy Forum – Taranto 2024

Dal 2 al 4 ottobre 2024 ICESP partecipa all’evento “Re-think Circular Economy Forum” di Taranto dedicato a tre principali aree tematiche: Transizione energetica & mobilità sostenibile, Valorizzazione delle acque & blue economy, Valorizzazione dei materiali & dei residui.

Villa De Sanctis – Roma – Rigenerazione urbana

Il progetto di rigenerazione urbana di Villa De Sanctis a Roma, ha visto il sostegno di Archetra all’Associazione culturale I CICLOPI, che ha realizzato due interventi nel quartiere che hanno dato nome e concept al progetto. L’intervento si compone di due opere distinte, la prima costituita da un intervento di street art e la seconda costituita da un’istallazione di design urbano. L’opera di street art consiste nella riproposizione astratta di alcuni scorci degli edifici del quartiere progettati negli anni ’60 da Ludovico Quaroni. Il murale, invece, vuole essere un omaggio alla storia di un quartiere che rappresenta il simbolo dell’edilizia sovvenzionata della città di Roma.

Per questo motivo, il volume presente al centro della piazza principale vuole rappresentare la convergenza del quartiere nel cuore della vita collettiva. 

Il secondo intervento consiste nell’istallazione di alcune tubazioni utilizzate come vasi per piante. Quest’opera vuole rappresentare l’unione tra gli elementi utilizzati nell’edilizia e il verde urbano.

VILLA DE SANCTIS – URBAN REGENERATION

 

Commissione Ue, Silvia Costa: ruolo cultura e creatività appare indebolito

19 settembre 2024

“Mi sembra molto indebolito nella Commissione europea il ruolo della Cultura e della creatività, separato per la prima volta dalla filiera della Educazione e messa come secondo titolo delle competenze (Equità intergenerazionale, cultura, giovani, sport) affidate al Commissario maltese Glenn Micalleff (un giovane funzionario, già capo della segreteria del primo ministro Abela). Sarà importante valutare quali effettivi programmi, budget e quali DG afferiranno a questo Commissario e soprattutto se sarà mantenuto l’approccio trasversale che abbiamo conquistato in Europa grazie soprattutto al Parlamento europeo con la ricerca, le Imprese culturali e creative, i fondi triturati e la diplomazia culturale”. E’ il commento di Silvia Costa, già presidente della Commissione Cultura del Parlamento europeo dal 2014 al 2017, all’indomani dell’annuncio da parte della presidente della commissione Europea, Ursula von der Leyen, del nuovo commissario che avrà tra le deleghe anche quella della cultura. “Tale indebolimento del settore culturale rischia di creare inoltre ancora maggiore squilibrio, anche come budget, nell’ambito della gestione del programma Europa Creativa che riunisce cultura, e Media e audiovisivo che invece va alla DG Connect”.

© AgenziaCULT – Riproduzione riservata

Senza regole la libertà diventa flebile

23 settembre 2024

(Riflessioni del 2013 che mi sembrano ancora attuali)

Molte volte ho pensato di riflettere su questo tema, visto che viviamo in un paese ove sembra che la sconfinata discrezionalità da parte di chi esercita il potere, sia pubblico che privato, consenta ampi, anzi troppi, spazi di libertà. In realtà si tratta quasi sempre di arbitrio, soprattutto la dove le regole non esistono o, se esistono, vengono sistematicamente ignorate da parte di chi si sente intoccabile, potente, insomma chi esercita il potere.

L’Italia, intimamente è un Paese che ama infrangere le regole. Il detto “fatta la legge, trovato l’inganno” spiega magistralmente il modo di pensare e di agire degli italiani.

Infatti, un insigne magistrato ebbe a dire “L’Italia ha un sistema di leggi estremamente rigido e complesso mitigato però dall’inosservanza dei cittadini”.

Dunque, se le regole sono “deboli” o disattese, o troppo elastiche, per chi deve sottostare al potere si riducono inevitabilmente i margini di libertà. Si ridimensionano soprattutto la libertà di partecipare ai processi decisionali, la libertà di critica e quella di manifestare il proprio pensiero. Per non parlare della libertà di agire, manifestare o aggregare cittadini a progetti nuovi, che tendenzialmente potrebbero mettono in discussione la pratica corrente di esercizio del potere ai vari livelli.

Questo avviene perché i cittadini, e il Paese, sono in larga parte condizionabili, se non addirittura ricattabili, quando sono sotto il diretto controllo di chi esercita un potere, sia esso pubblico o privato. Lo sono i dipendenti pubblici, quelli privati, i lavoratori autonomi, i professionisti e le imprese che da questi potenti ricevono lavoro, incarichi ed appalti. Insomma, un Paese imbavagliato, che non trova né la forza né la volontà di reagire. E non è un caso che il Paese, da circa venti anni, si trova in una situazione di drammatica cloroformizzazione, salvo qualche raro accenno di reazione causato dalle onde d’urto del “dipietrismo” prima e dal “grillismo” dopo.

Se questa è la situazione c’è da chiedersi: ma in che posto viviamo? È questa la democrazia che vogliono i cittadini? La risposta è sicuramente no. Ma la realtà è che tutti si piegano alla forza “bruta” del potere e, molto spesso, addirittura la condividono, complici, in silenzio, affinché ne possano beneficiare a scapito di qualcun altro.

E dunque viviamo in un paese dove la libertà ci è stata tolta, o ci viene di fatto negata, senza far ricorso ad alcuna violenza, a nessun’arma. Ci hanno semplicemente anestetizzato i cervelli e gli animi. Aspettiamo passivamente che qualcuno al posto nostro cambi la situazione, faccia qualcosa di risolutivo, che arrivi come al solito “l’uomo mandato dalla Provvidenza”.

Su questo, si sa! dovremmo stare particolarmente attenti, visti i due “ventenni” che l’Italia ha avuto la sventura di sopportare: quello mussoliniano e quello berlusconiano.

Oggi volevo riprendere a scrivere sul tema della libertà, vista anche la celebrazione di ieri della Festa della Repubblica.

Volevo iniziare a farlo riprendendo con degli interrogativi, quali:

  • Cos’è la libertà?
  • Cosa ho fatto per la mia libertà e quella degli altri?
  • Qual è il prezzo della libertà?
  • Si può parlare di libertà se non si è liberi di scegliere?
  • Si può parlare di libertà quando non c’è lavoro?
  • Si può parlare di libertà quando esercitarla può equivalere ad essere, rimossi, licenziati, emarginati?
  • C’è libertà quando si possono scrivere qualunque tipo di scemenze su internet?
  • E’ libertà poter scrivere liberamente qualsiasi tipo di riflessione su un proprio quaderno stando rinchiuso ingiustamente in un carcere?
  • Si è veramente liberi, quando non si può accedere liberamente agli studi e alla propria formazione, ai mezzi d’informazione e di comunicazione che influenzano effettivamente la pubblica opinione?
  • Si è realmente liberi quando non si hanno più soggetti e luoghi fisici all’interno dei quali poter partecipare attivamente e liberamente alla vita democratica del proprio Paese?
  • Si è davvero liberi quando in un Paese, che si definisce democratico come l’Italia, non è garantita la libertà di associazione tra cittadini?
  • Si è liberi quando si viene spinti ad abbandonare il proprio paese per trovare un futuro che dia sicurezza economica e sociale?
  • Si è liberi quando si vive in un Paese dove le generazioni precedenti si accaparrano e si sono accaparrate anche in passato tutte le risorse disponibili per il welfare state e per lo sviluppo, in nome del motto “I diritti acquisiti non si toccano”?
  • E’ un Paese libero quello dove non si riesce minimamente a sviluppare un forte senso della solidarietà e dell’alleanza tra nuove e vecchie generazioni?
  • E’ libero il Paese dove il più forte, il più protetto, fino al limite del privilegio, prevale sempre sul più debole, dove si fanno “guerre tra poveri”?

Poi, però, mi sono imbattuto in due video che mi hanno inviato degli amici.

In uno c’è la lettera di Einstein alla figlia e parla dell’AMORE, in un altro della dedizione delle MAMME ai figli…. E sono rimasto spiazzato, perché ti accorgi che alla base di tutto c’è proprio questa forza prodigiosa, straordinaria e sottovalutata dagli uomini e dalla scienza, come affermava Einstein!

Che dire il confronto è aperto.

Giuseppe Filippi

G7 Agricoltura, il 24/9 focus su patrimonio culturale immateriale agroalimentare

Nel contesto del G7 Agricoltura, martedì 24 settembre, presso la Camera di Commercio di Siracusa, si terrà l’incontro “La valorizzazione del patrimonio culturale immateriale agroalimentare. Il progetto GeCA e i PAT come motore di sviluppo”. L’incontro, promosso dalla Consulta Nazionale Distretti del Cibo e dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura sarà focalizzato su due diversi strumenti di valorizzazione del patrimonio culturale agroalimentare: il Geoportale della Cultura Alimentare (GeCA) e i PAT, ossia i Prodotti Agroalimentari della Tradizione. Il primo è un progetto digitale ideato, sviluppato e sostenuto dall’Istituto: la piattaforma del Geoportale della Cultura Alimentare (www.culturalimentare.beniculturali.it) nasce dalla visione, dal proposito di raccogliere dati sul tesoro di esperienze, storie, tradizioni e “saper fare” che costituiscono il patrimonio culturale che in Italia, nel corso dei millenni, si è sedimentato intorno al cibo e al mangiare. In questo modo il cibo diventa elemento trasversale che permette di riunire in un unico spazio di racconto e scoperta racconti legati all’ambito agroalimentare e a tutto ciò che intorno ad esso ruota: produzione agricola, trasformazione, lingue, colori, leggende, giochi.